Per quale motivo ho deciso di partecipare a questa iniziativa?
Novembre è un mese che non mi va giù. Non amo l'autunno in generale, questo mese in particolare. Nella mia testa novembre è grigio, umido, freddino. Sta lì, in mezzo alla parte migliore dell'autunno e all'inizio dell'inverno, con le sue luci e il candore della neve.
È triste, e lo è anche perché è il mese in cui ho perso la mia adorata nonna, donna meravigliosa che ho amato tanto e che mi manca incredibilmente.
È però anche il mese in cui ho dato via al blog, decidendo di lanciarmi verso una nuova avventura.
La mia vita è in continua evoluzione,
arrivo da tre anni passati a tu per tu con la mia bimba, e, ora che lei
ha cominciato la scuola materna, inizia una nuova fase anche per me.
Le mie radici
Sento di poter dire di avere delle
radici solide e profonde. Una famiglia disponibile ed accogliente,
seppur a tratti un po' stramba. Ma a noi la normalità non piace ;)
Dalla
parte paterna è venuta a mancare mia nonna decisamente troppo presto, e
la famiglia ne ha risentito molto, sotto diversi aspetti. Lei teneva
tutti uniti e, da quando non c'è più, il gruppo al completo si ritrova proprio
poco. Ciò nonostante, basta alzare il telefono che chiunque di noi è
pronto a farsi in quattro per aiutare l'altro.
La parte materna, invece, la vivo molto di più, quasi quotidianamente, ed è per me una sicurezza.
La parte materna, invece, la vivo molto di più, quasi quotidianamente, ed è per me una sicurezza.
Il mio nome
Marta. C'è stato un lungo periodo della mia vita in cui il mio nome non mi piaceva. Mi sembrava avesse un suono troppo duro, corto e mi infastidiva il fatto di non poter avere un diminutivo. Quando una persona ti chiama con un diminutivo, in un certo senso, significa che è entrata in simpatia con te. È il primo step di un'amicizia, e io non ce l'ho (non per niente mia figlia l'ho chiamata Beatrice!). Col tempo, però, ho imparato ad apprezzarlo. Ora il suono mi piace, e mi piace soprattutto vederlo scritto
Marta. C'è stato un lungo periodo della mia vita in cui il mio nome non mi piaceva. Mi sembrava avesse un suono troppo duro, corto e mi infastidiva il fatto di non poter avere un diminutivo. Quando una persona ti chiama con un diminutivo, in un certo senso, significa che è entrata in simpatia con te. È il primo step di un'amicizia, e io non ce l'ho (non per niente mia figlia l'ho chiamata Beatrice!). Col tempo, però, ho imparato ad apprezzarlo. Ora il suono mi piace, e mi piace soprattutto vederlo scritto
Somiglianze effettive e desiderate con la famiglia d'origine
Chi vede mia mamma dice che le
somiglio incredibilmente. Quando andavo a scuola, i professori sapevano
che fosse mia mamma solo guardandola. Eppure, i pochi che hanno il
piacere di conoscere anche mio papà , sostengono che somigli a lui. La
verità , secondo me, sta nel mezzo: un po' di qui e un po' di là , sia
fisicamente che caratterialmente. Ecco, forse caratterialmente somiglio
più a mia mamma, perché ci ho passato e ci passo più tempo.
Di mio papà vorrei avere la capacità di farsi scivolare le cose addosso, ed anche l'attenzione e la cura del corpo attraverso lo sport, per una questione di benessere. E poi vorrei la bontà di mia mamma, che riesce sempre a trovare
qualcosa di buono in tutti.
Gli studi
I miei studi li ho scelti io. Fin da
ragazzina avevo ben chiaro che avrei voluto lavorare con i bambini
piccoli, possibilmente in un asilo nido, e ho studiato per questo.
Purtroppo, però, la scuola che ho scelto non è stata all'altezza delle
mie aspettative. Probabilmente sono stata sfortunata io, ma il modo in
cui ci hanno insegnato le materie principali, come pedagogia o
sociologia, non mi ha minimamente appassionato. Tornassi indietro,
forse, farei lingue. Aprono la mente e danno la possibilità di muoversi meglio nel mondo.
Ora mi ritrovo a studiare nozioni informatiche e tutto ciò che ruota intorno al blog (e mi piace da morire!).
Ora mi ritrovo a studiare nozioni informatiche e tutto ciò che ruota intorno al blog (e mi piace da morire!).
I miei libri del cuore
Non è facile scegliere i libri del cuore, per me che sono sempre stata un'accanita lettrice. Ce ne sarebbero davvero troppi.
Però, se dico libro, penso a "La casa degli spiriti" di Isabel Allende. Uno dei miei preferiti in assoluto, da sempre.
Poi possono venirmi in mente alcuni titoli della Harris, come "Vino, mele e patate rosse", o anche "Zia Mame" di Patrick Dennis.
E come non menzionare anche "Dona Flor e i suoi due mariti", di Jorge Amado, meraviglioso.
Ultimamente, per ovvi motivi, apprezzo molti i libri che riguardano la prima infanzia, come "Besame Mucho" di Gonzales, "Amarli senza se e senza ma" di Alfie Kohn.
Amici
I miei amici attuali li ho incontrati quasi tutti in età adulta, e li vedo e sento regolarmente. Poi ci sono
anche amici che conosco da più tempo ma che per svariati motivi non
vedo e non sento quasi mai. Ma sono certa che con alcuni di loro, se
dovessi rivederli domani, sarebbe come se non ci fossimo mai "persi".
La vita è in continua evoluzione, come dicevo prima, e le amicizie possono cambiare nel corso degli anni. Possono andare, e anche tornare.
La vita è in continua evoluzione, come dicevo prima, e le amicizie possono cambiare nel corso degli anni. Possono andare, e anche tornare.
Lavori passati
Il primo lavoro in assoluto è stato
in un negozio di abiti e articoli sportivi. Ero una ragazzina, ma ho
capito subito che non faceva per me. Passare il tempo a ripiegare
vestiti, avere a che fare con clienti, a volte, poco gradevoli. Anche no. Ma
era solo per tirare su due soldi durante l'estate.
Finita la scuola ho lavorato due anni nel primo asilo nido, decisamente inesperta, ma ero certa che sarebbe stata la mia strada. Successivamente sono passata ad un altro nido, con scuola dell'infanzia annessa. Quella è stata l'esperienza migliore. Ho imparato molto, sono cresciuta anche grazie a nuove responsabilità che mi sono state date. Ci sono state anche un po' di difficoltà , ma ora le ricordo quasi con un sorriso.
Finita la scuola ho lavorato due anni nel primo asilo nido, decisamente inesperta, ma ero certa che sarebbe stata la mia strada. Successivamente sono passata ad un altro nido, con scuola dell'infanzia annessa. Quella è stata l'esperienza migliore. Ho imparato molto, sono cresciuta anche grazie a nuove responsabilità che mi sono state date. Ci sono state anche un po' di difficoltà , ma ora le ricordo quasi con un sorriso.
Da ragazzina disegnavo tantissimo, rigorosamente a matita. Quello che mi dava più soddisfazione era copiare i personaggi dei manga dalle pagine dei miei fumetti.
Si, perché quello che mi ha sempre appassionato era riprodurre un disegno già fatto (come quello in foto, che risale ai tempi delle scuole medie).
Ho continuato a disegnare per diverso tempo, anche per questioni lavorative, ma ora non mi ci sto più dedicando. Il tempo è poco, e si fa quel che si può, ma mai dire mai.
Ora che ho scartabellato nelle mie memorie, sono pronta ad affrontare il passo successivo: il presente.
Stay tuned!
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