Le persone pensano che le mamme che seguono questo tipo di educazione siano tutte talebane e fissate. Magari pure un po’ sfigate. Che allattano i figli a richiesta e a lungo (lungo rispetto a cosa?) per non farli crescere. Come se una madre potesse imporre al proprio bambino di prendere il seno contro la sua volontà . Pensano che dormire nello stesso letto o nella stessa stanza mini l'autonomia del bimbo e la libertà dei genitori.
Ebbene, questi sono preconcetti, nonché pensieri un po’ offensivi, se posso dire.
L’alto contatto è la risposta ai bisogni che manifesta il bambino.
Il bisogno di rimanere accanto alla propria mamma, colei che l’ha tenuto in grembo per 9 lunghi mesi. Lei che l’ha cullato con la sua voce e con il battito del suo cuore. Lei che è stata il primo viso che ha visto una volta che è nato, quella voce che ora può sentire più chiara. Ci sono bambini che hanno BISOGNO di sentirsi contenuti nel calore di un abbraccio. 3 mesi, 3 anni, poco cambia. Bambini con il sonno disturbato, ma che con la mamma accanto si acquietano più facilmente. Mamme che decidono di tenerseli accanto semplicemente per non alzarsi all’infinito, ogni singola notte, per mesi. O anni. Bambini che prendono il seno molte volte, perché il latte della mamma nutre anche l’anima.
Ci sono bambini che hanno solo una di queste caratteristiche, altri ne hanno due, altri ancora le hanno tutte insieme. Ogni genitore reagisce come meglio crede e meglio può davanti alle esigenze dei propri figli. Quelli che rispondono accogliendo tutti questi bisogni vengono chiamati genitori ad alto contatto, dove contatto sottolinea proprio la vicinanza fisica che è richiesta in questi casi.
Personalmente penso che l’aver dato un nome a questo tipo di approccio abbia fatto sì che si sia creato un gruppo a parte, che si siano formate due fazioni: i genitori "normali" e quelli "ad alto contatto". E, come purtroppo accade, anziché confrontarsi o anche solo rispettarsi vicendevolmente, si è aperta una guerra. La battaglia a chi è migliore.
Ci sono bambini che hanno solo una di queste caratteristiche, altri ne hanno due, altri ancora le hanno tutte insieme. Ogni genitore reagisce come meglio crede e meglio può davanti alle esigenze dei propri figli. Quelli che rispondono accogliendo tutti questi bisogni vengono chiamati genitori ad alto contatto, dove contatto sottolinea proprio la vicinanza fisica che è richiesta in questi casi.
Personalmente penso che l’aver dato un nome a questo tipo di approccio abbia fatto sì che si sia creato un gruppo a parte, che si siano formate due fazioni: i genitori "normali" e quelli "ad alto contatto". E, come purtroppo accade, anziché confrontarsi o anche solo rispettarsi vicendevolmente, si è aperta una guerra. La battaglia a chi è migliore.
I genitori ad alto contatto non sono tutti fissati come si tende a credere. Non ci sono regole prestabilite, ci si basa sull'ascolto reciproco e la parola stessa ci suggerisce che si ascoltano i bisogni di entrambi e ci si viene incontro, perché tutti stiano bene. Ma i bisogni di ognuno di noi sono differenti, così come quelli dei bambini. E allora converrete con me che ci sarà il bambino che smetterà di prendere il seno in autonomia, così come quello che verrà aiutato dalla mamma, che magari necessita di uno stop. Chi decide di concedere il ciuccio e chi no. E il bambino che non ne vuole sapere. Ci sarà chi decide di seguire l'autosvezzamento e chi lo svezzamento classico, e anche chi cambia in corsa. Chi opta per dormire insieme e chi preferisce che il bambino dorma nella sua cameretta. O magari è il bambino stesso a volere i suoi spazi.
Proviamo a deporre le armi, a smettere di deridere gli uni o gli altri. Siamo tutti genitori, tutti uguali e diversi allo stesso modo.
0 commenti:
Posta un commento